Pensione anticipata: stop all’incremento dell’età

Dal 1° gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2026 sarà possibile anticipare il pensionamento senza incorrere nell’aumento del requisito anagrafico. Lo ha stabilito il nuovo Decreto pensioni in vigore. 

Correva l’anno 2009 quando, con la legge 174/2009 (riforma Sacconi), trovava attuazione quanto previsto dal decreto 78/2009, e veniva stabilito che a partire dal 2013 l’Istat avrebbe pubblicato “il dato relativo alla variazione nel triennio precedente della speranza di vita all’età corrispondente a 65 anni” .

Tutto questo aveva lo scopo dichiarato di aggiornare, incrementandoli, i requisiti anagrafici (e in alcuni casi contributivi) per l’accesso alla pensione.

Il nuovo strumento veniva introdotto al fine di contenere la spesa previdenziale rideterminandone il periodo di erogazione in funzione dell’allungamento della durata media della vita degli italiani e, di conseguenza, riducendo gli anni in cui l’Inps avrebbe dovuto pagare la pensione.

La cosiddetta riforma Fornero, poi, rivisitava e perfezionava i meccanismi dell’adeguamento dell’aspettativa di vita stabilendo che, dopo l’adeguamento del 2019, questo strumento sarebbe stato ad incremento automatico con cadenza biennale.

Per effetto dalla riforma Sacconi prima e dalla Legge Fornero quindi si determinava un primo adeguamento nel 2013 (quando l’età pensionabile veniva incrementata di 3 mesi), un secondo adeguamento nel 2016 ( con un aumento di 4 mesi) e, nel 2017, veniva equiparata l’età della pensione di vecchiaia per uomini e donne, fissata a 66 anni e 7 mesi (67 anni dal 2019).

Questi erano i tempi che si erano rassegnati ad attendere gli italiani che si accingevano ad andare in pensione.

Tutto questo sino al 16/01/2019 quando, con l’entrata in vigore del decreto pensioni del 17 gennaio 2019, sono state introdotte importanti novità sul fronte dei tempi di accesso al pensionamento.

IlDecreto stabilisce infatti il blocco dell’aumento dell’età pensionabile, legato all’adeguamento dell’aspettativa di vita Istat, per quanti accedono alla pensione anticipata. Per accedere alla prestazione, di fatto, restano validi i requisiti richiesti nel 2018, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

C’è  di più: questo blocco dell’aumento dell’età pensionabile sarà valido fino al 31 dicembre 2026 e l’unico slittamento che viene introdotto consiste nella finestra di 3 mesi per la decorrenza della pensione e sarà quindi necessario attendere 3 mesi dalla maturazione dei requisiti richiesti per l’accesso alla misura.

In evidenza
Pensione anticipata e contributi

Tutti i contributi versati per il pensionamento anticipato sono validi. L’unico limite è che nel calcolo ci siano almeno 35 anni di contributi effettivamente versati in cui possono essere conteggiati i contributi da riscatto, volontari e figurativi per il servizio militare.

Sono, invece, esclusi tutti gli altri contributi figurativi che, però, restano utili per il raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. 

Per qualsiasi problematica attinente l’argomento trattato, o per altra questione di natura previdenziale, il Patronato 50&PiùEnasco offre tutta la consulenza e l’assistenza necessarie.