Rivalutazione pensioni 2024: ecco tutti gli importi

La “perequazione delle pensioni” è il meccanismo che consente la rivalutazione degli importi dei trattamenti pensionistici, previdenziali ed assistenziali, sulla base dell’inflazione, per adeguarle al costo della vita rilevato dall’ISTAT.

Si tratta di un diritto dei pensionati, riconosciuto come tale anche dalla Costituzione, perché è finalizzato a garantire nel tempo il principio di adeguatezza degli assegni pensionistici ed assicurare loro mezzi adeguati alle proprie esigenze di vita.

È un istituto fondamentale per il conseguimento dell’effettività della tutela pensionistica e per evitare una diminuzione del valore delle pensioni rispetto al momento della liquidazione originaria, tenuto anche conto della variazione dei prezzi dovuta all’inflazione.

Nel corso degli anni, sono stati adottati criteri diversi per operare la perequazione delle pensioni, per ragioni di contenimento della spesa pubblica.

La rivalutazione delle pensioni si applica a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, ovvero dal FPLD, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative ed aggiuntive.

È riconosciuta sia alle pensioni dirette che a quelle ai superstiti (pensione di reversibilità e pensione indiretta). La perequazione è applicata anche alle prestazioni assistenziali, costituite dalle pensioni sociali e dagli assegni sociali, nonché alle prestazioni e agli assegni a favore di mutilati, invalidi civili, ciechi e sordomuti. Il calcolo della perequazione delle pensioni avviene “annualmente”, in base all’adeguamento del costo della vita, dal 1° gennaio di ogni anno.

Il riferimento è l’indice dei prezzi al consumo dell’ISTAT: in particolare, si tiene conto della variazione dell’indice FOI, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi. Nel mese di novembre di ciascun anno, il ministero dell’Economia emana un decreto che fissa sia l’indice definitivo per l’anno in corso sia l’indice provvisorio per l’anno successivo.

Rivalutazione delle pensioni: come viene attribuita dall’Inps

La rivalutazione delle pensioni viene attribuita sulla base del cosiddetto cumulo perequativo considerando come un unico trattamento tutte le pensioni di cui il soggetto è titolare, erogate dall’INPS e dagli altri Enti diversi presenti nel Casellario Centrale delle Pensioni gestito dall’INPS.

Durante le operazioni di rinnovoin caso di variazione tra l’indice provvisorio e definitivo, l’INPS provvede a calcolare i conguagli di perequazione, che possono essere a credito o a debito.

Si ricorda che negli ultimi due anni, al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione e sostenere il potere di acquisto delle prestazioni pensionistiche, i governi, in via eccezionale, hanno disposto di anticipare, rispetto al mese di gennaio,  le operazioni di conguaglio di perequazione.

L’aumento di perequazione automatica, già attribuito dal 1° gennaio 2023 in via provvisoria nella misura dello 7,3%, è stato determinato in via definitiva nella misura dell’8,1%. Il relativo conguaglio, pari allo 0,8%, è stato già applicato sulla rata di pensione del mese di dicembre 2023.

Rinnovo delle pensioni e delle prestazioni assistenziali per il 2024

L’indice provvisorio di rivalutazione delle pensioni per il 2024 è pari al 5,4%. Si precisa che le prestazioni di accompagnamento a pensione (assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione, APE sociale) non vengono rivalutate poiché non hanno natura di prestazione pensionistica.

Le operazioni di rinnovo possono aver generato conguagli a credito o a debito a vario titolo relativi all’importo di pensione erogato nell’anno 2023. Questi importi sono stati riportati nel cedolino di pensione del mese di gennaio 2024 con la descrizione “Conguaglio Pensione da Rinnovo”.

È stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2023 (IRPEF e addizionale regionale e comunale a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’INPS.

Laddove le trattenute siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, le differenze a debito saranno recuperate, come di consueto, sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2024 anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento, nel caso in cui le imposte siano risultate pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento.

Nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per i quali il ricalcolo dell’IRPEF ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre (articolo 38, comma 7, legge 122/2010).

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, inoltre, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’IRPEF mensile, vengono trattenute le addizionali regionali e comunali relative al 2023. Queste trattenute sono infatti effettuate in undici rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2024.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

Pensione minima e trattamenti assistenziali

  • La pensione minima dal 1° gennaio 2024 è pari a 598,61 euro (che significa 7.781,93 euro all’anno).
  • L’assegno vitalizio 2024 si porta a 341,24 euro (ovvero 4.436,12 euro annui).
  • L’assegno sociale sale a 534,41 euro (dai precedenti 507,03 del 2023).
  • Le prestazioni sociali assistenziali a favore degli invalidi civili (assegno mensile e pensione di inabilità civile) raggiungono i 333,33 euro al mese.
  • L’indennità di accompagnamento sale a 531,76 euro al mese.

Rivalutazione pensioni

 

Gli aumenti pensione per fascia di reddito

Considerando che l’adeguamento all’inflazione per il 2024 è stato fissato dall’ISTAT al 5,4%, ecco in che misura si rivalutano i diversi trattamenti previdenziali:

 

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