Legge di Bilancio 2021: novità sulle pensioni

La Legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio 2021, ha introdotto diverse novità sulle pensioni: dalla proroga di Opzione Donna e di Ape sociale, alla nona salvaguardia degli esodati. Tutte le informazioni nell’articolo.

È in vigore dal 1° gennaio la Legge di bilancio 2021 (L. n. 178 del 30/12/2020), pubblicata sul supplemento ordinario n. 46 della Gazzetta Ufficiale n. 322 del 30 dicembre 2020 e modificata dal decreto legge 182/2020 del 31 dicembre 2020 pubblicato in G.U. n. 323 del 31 dicembre 2020.

Sono diverse le novità in ambito previdenziale previste: dalla nona salvaguardia alle proroghe, passando anche per un intervento sulla pensione di cittadinanza.

Indennità ISCRO

L’indennità per lavoratori autonomi e partite IVA è la misura che spicca in modo particolare visto che prevede una sorta di cassa integrazione anche per gli autonomi che hanno subìto perdite consistenti nel fatturato a causa del Covid-19. Una continuità reddituale, quindi, è offerta anche ai lavoratori autonomi danneggiati dagli effetti della pandemia.

La misura è sperimentale e sarà in vigore dal 2021 al 2023 e fruibile solo dagli iscritti alla Gestione Separata INPS. L’importo mensile della prestazione varia da un minimo di 250 euro a 800 euro al mese. Sarà erogata per 6 mesi a coloro che possono dimostrare di aver subìto perdite nel fatturato pari o superiori al 50%.

Pensioni

I requisiti di accesso alle pensioni di vecchiaia e anticipata sono ormai consolidati: per il trattamento di vecchiaia l’età minima è confermata in 67 anni di età e 20 di contribuzione, mentre per la pensione anticipata il requisito contributivo – indipendentemente dall’età – resta bloccato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, con decorrenza del primo rateo differita di 3 mesi dalla maturazione, sia per il settore privato che per quello pubblico.

Resta invariata anche la pensione anticipata riservata ai cosiddetti contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dopo l’1 gennaio 1996; per loro il varco della pensione si potrà aprire anche nel 2021 all’età di 64 anni, con 20 anni di contributi, ma solo a condizione di aver maturato al momento del pensionamento un importo pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Mantenuta anche l’opzione riservata ai precoci, vale a dire ai lavoratori che hanno accumulato 12 mesi di contributi al compimento del diciannovesimo anno di età, cui è concesso di accedere alla pensione al raggiungimento dei 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età anagrafica, purché rientranti in quelle categorie meritevoli di maggiore tutela individuate dalla legge (stato di disoccupazione involontaria, caregiver, invalidi civili al 74% o più, addetti a cosiddette attività gravose). Allo stesso modo, anche per gli addetti a mansioni usuranti e notturni vengono confermati i requisiti ridotti: nel 2021 l’uscita dal mondo del lavoro potrà quindi essere raggiunta con 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi ed il contestuale perfezionamento del quorum 97,6.

Resta in vigore Quota 100, il cui triennio di sperimentazione andrà incontro alla sua scadenza fissata al termine del 2021.

La Legge di Bilancio 2021 dà il via libera alla nona salvaguardia che permetterà il pensionamento degli ultimi 2400 esodati della Legge Fornero.

Confermata la proroga all’Ape sociale fino al 31 dicembre 2021 che, quindi, anche per quest’anno permetterà di andare in pensione con 63 anni di età e 30 anni di contributi a invalidi (dal 74%), caregiver e disoccupati e con 36 anni di contributi ai lavoratori gravosi.

Prorogata per un altro anno anche la possibilità di accedere alla pensione con l’opzione donna: la possibilità di accesso è allargata, sempre in presenza di 35 anni di contributi, alle lavoratrici dipendenti nate nel 1962 e alle lavoratrici autonome nate nel 1961.
I requisiti da raggiungere per poter accedere all’opzione donna, rimangono invariati e devono essere stati raggiunti entro il 31 dicembre 2020.

Prorogata, poi, sempre fino al 2023, anche l’isopensione, che riguarda solo ed esclusivamente i lavoratori del settore privato, che permette uno scivolo di 7 anni sui requisiti minimi richiesti per pensione di vecchiaia e pensione anticipata. Accessibile, quindi, a 60 anni per la pensione di vecchiaia e con 35 anni e 10 mesi di contributi sulla pensione anticipata.

Pensione di cittadinanza

La Legge di Bilancio è intervenuta anche sulla pensione di cittadinanza slegandola dalle regole restrittive del reddito di cittadinanza. Laddove il beneficiario, infatti, è titolare anche di altra prestazione INPS, la pensione di cittadinanza sarà erogata insieme alla pensione INPS. In questo modo si semplifica non solo l’accredito della prestazione ma si permette un prelievo maggiore alla categoria di beneficiari più anziana.

Per approfondimenti in merito all’argomento trattato e per qualsiasi necessità di natura previdenziale, è possibile rivolgersi alle sedi del Patronato 50&PiùEnasco.

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