Un’alleanza oggi per l’Italia di domani

Il nostro Paese necessita di una strategia chiara per risolvere le conseguenze economiche portate dall’emergenza sanitaria.

Una grande alleanza pubblico-privato con la volontà di lasciar perdere le polemiche, con uno sguardo al passato per immaginare il futuro, per guardare avanti con una strategia chiara, affrontando le sfide gigantesche che ci aspettano. È questo il senso dell’appello della nostra 50&Più, Associazione di persone mature, che chiede al Governo l’adozione di una visione più ampia in modo da affrontare meglio l’emergenza sanitaria, con la consapevole pesantezza delle misure restrittive da rispettare. Ma, nel contempo, è necessario alzare lo sguardo per risolvere le conseguenze economiche della più rilevante interruzione dell’offerta dall’ultimo Dopoguerra. Siamo il Paese delle best practice vincenti adottate nel passato, cioè quella grande cooperazione pubblico-privato che ci ha consentito di reggere ai colpi del Secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell’inflazione e alla crisi del 2011 per insolvibilità. Agire subito, dunque, mettendo al centro alcune priorità che vanno applicate al percorso successivo e pertanto da un punto fermo, l’impresa.

Non c’è sostegno al reddito che valga, se non si tutelano i settori particolarmente colpiti: la manifattura, l’auto, il turismo, il trasporto, la ristorazione, la logistica e l’offerta di servizi. In questi settori potrebbe esserci un crollo tra il 25 e il 50%, con oltre 250mila posti di lavoro.

Con l’ultima Legge di bilancio si è evitato l’aumento dell’Iva, ma si è fatto poco in termini di sostegno agli investimenti e all’economia reale e quella verde (green new deal), rinviati ai prossimi anni.

L’auspicio è quello di una strategia-Paese di lungo termine e internazionale, in assenza della quale la logica conseguenza sarà l’aumento di fallimenti e del tasso di disoccupazione, con particolari ricadute sulla coesione sociale. Misure da adottare in modo tempestivo e con un confronto tra le parti.

Basta con interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte. È necessario, poi, affiancare all’azione dei singoli Paesi modalità di intervento definite a livello dell’intera eurozona, inclusa la possibilità di emettere debito con garanzia europea.

Gli interventi debbono essere concentrati nel modo seguente:

1) nel settore della sanità pubblica, oltre all’assunzione di medici e infermieri anche la riapertura di strutture sanitarie (piccoli ospedali, presidi ecc.), chiusi in questi anni per effetto della politica di tagli alla sanità. È questa l’occasione per rilanciare la sanità pubblica e un modello di coesione sociale fondato sul welfare universalistico e inclusivo. Non è un costo ma un investimento per il nostro futuro.

2) Il rafforzamento di interventi volto alla costituzione di un fondo di politica industriale e di servizi, per evitare la chiusura delle imprese e rilanciare tutte le attività. Occorre, poi, istituire una cassa sociale straordinaria ovvero di “garanzia al lavoro”, volta ad assicurare una indennità economica ai lavoratori autonomi (commercianti, artigiani e Coldiretti) e a tutte le persone con contratto di Co.co.co e a tempo determinato. Nessuno deve perdere il lavoro per questa emergenza, nessuno deve subire riduzione di reddito. Salvaguardare i lavoratori precari e a tempo determinato, potenziare tutti gli strumenti di assistenza sociale per aiutare le fasce più disagiate e meno protette.

3) Il varo di interventi immediati e straordinari, oltre agli ospedali, la messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici anche dal punto di vista sanitario. Si possono aprire centinaia di piccoli cantieri che darebbero lavoro a milioni di lavoratori e possibilità di ripresa per le imprese. Si tratta, poi, di investire nelle dotazioni informatiche e tecniche delle scuole per permettere di attivare l’insegnamento a distanza.

4) L’assunzione di 10mila operatori socio-sanitari per potenziare l’intervento di assistenza e di tutela dei diritti di persone non autosufficienti (anziani, persone con disabilità…) attraverso il rafforzamento della rete dei servizi pubblici di assistenza a domicilio, accompagnamento, tutela dei minori con genitori ammalati ecc.

5) Un finanziamento di almeno 2 miliardi di euro alla ricerca scientifica. Si tratta di un investimento determinante in un comparto sottofinanziato. Di fronte alle sfide dei prossimi anni il nostro Paese ha la necessità di attrezzare non solo nel campo della ricerca medica e chimica, ma nel settore decisivo dell’innovazione tecnologica e scientifica, in modo da poter rendere protagonista la nostra economia e il nostro apparato produttivo nella competizione globale. Va, poi, previsto un programma di assunzioni per 5.000 ricercatori e favorire il rientro di questi professionisti italiani dall’estero.

6) Il ruolo dell’Europa diventa in questo contesto fondamentale. La rigidità dei vincoli del Patto di stabilità non ha oggi alcuna ragione di essere seguita. Serve una garanzia europea sul debito pubblico contratto per fronteggiare questa emergenza. È poi necessario che la Banca Centrale Europea (Bce) favorisca con l’emissione di moneta l’acquisto di Eurobond e sostenga il finanziamento della Banca europea per gli investimenti (Bei) per effettuare investimenti a favore del green new deal (economia verde) e del rafforzamento dei servizi sanitari pubblici. Va proposto, in questo contesto, di rivedere – rafforzandolo politicamente ed economicamente – il processo di integrazione dell’Unione Europea. Fin qui le politiche restrittive di austerità non hanno funzionato.

Bisogna passare a politiche economiche e fiscali comuni, con caratteristiche espansive che privilegino il lavoro, il welfare, l’economia della conoscenza, la sostenibilità ambientale e sociale. Bisogna uscire da questa crisi cogliendo l’occasione di ripensare al nostro modello di sviluppo, rendendolo sostenibile ed equo, regolando la finanza, rafforzando il ruolo dello Stato e delle politiche pubbliche, investendo nell’economia verde, facendo del welfare e della sanità pubblica gli architravi del nostro modello sociale. Infine, bisognerebbe anticipare al più presto la stesura della bozza del documento di economia e finanza 2021 e, prima della trasmissione al Parlamento, di condividerne con le parti sociali e con la società civile le linee e le proposte individuate.

Questo è il tempo di dare senza aspettare di ricevere. Il futuro che vogliamo parte da noi. Per le persone mature dell’Associazione 50&Più la caccia alle streghe è sospesa, resta solo da praticare l’arte dimenticata e disprezzata dell’attendere e, nell’attesa, rimettere ordine nelle nostre priorità, ridimensionare i nostri bisogni, esercitarci a riflettere e ascoltare finalmente quello avevamo da dirci senza trovare mai il tempo.

 

LE MISURE DA ADOTTARE PER LA SICUREZZA E L’ECONOMIA

 

 

  1. Nella sanità pubblica: assunzione di medici e infermieri, riapertura di piccoli ospedali e presidi.
  2. Un fondo di politica industriale e di servizi e una cassa sociale e straordinaria con “garanzia al lavoro”.
  3. La messa in sicurezza di scuole, ospedali ed edifici pubblici, dotazioni informatiche e tecniche nelle scuole.
  4. Assunzione di 10mila operatori socio-sanitari per l’assistenza e tutela degli anziani e persone con disabilità.
  5. Un serio finanziamento per la ricerca scientifico-tecnologica che permetta anche il rientro dei nostri 5mila ricercatori dall’estero.
  6. Una garanzia europea per il debito pubblico contratto a causa della attuale emergenza. L’emissione di moneta della Bce e Bei. Un nuovo modello di sviluppo sostenibile ed equo per l’Italia.

(Tratto dalla rubrica Previdenza in 50&Più – nr. 5, Maggio 2020 – pagg. 86/87 – Tutti i diritti riservati)

 

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